martedì, marzo 27, 2007

Settimana con i fratelli Benussi



Scusate la mia assenza sul blog ma, mi sono per così dire, preso una vacanza. In data 10 marzo, misero piede in suolo nipponico i fratelli Benussi. Dopo un weekend a Tokyo il fatidico incontro alla stazione di Kyoto. Erano oramai sei mesi che non ci vedevamo, ma dopo i primi minuti, sei mesi sono sembrati pochi giorni. Andiamo subito a cena e la disperazione di Lorenzo è palpabile. Siamo in un ristorante tipico giapponese, cena yakiniku, sostanzialmente barbeque. Secondo Lorenzo l’ho portato a mangiare interiora di mucca o altri animali, quindi non riesce ad apprezzare molto. Le reazioni di fratello e sorella sono alquanto diverse. Marta, desiderosa di apprendere nuove culture, vivere nuove realtà, integrarsi in società che capovolgono completamente il suo modo di vivere. Lorenzo, italiano al 101%, non ha voglia di impazzire in questo nuovo mondo nel quale si ritrova immerso per qualche giorno. Lui, l’unica persona che io conosca, che sarebbe capace di andare a vivere in Antartide, stabilire una connessione internet, portarsi con se cibo italiano e andare avanti mesi senza troppi problemi. L’italia è l’italia, e lui ci tiene a sottolinearlo ogni giorno. Due fratelli, ma con spiriti molto diversi. Dopo cena ci rechiamo a casa mia. I primi commenti: se sei stato capace di vivere qua per sei mesi, potresti andare qualche mese sull’ISS. In effetti, lo spazio probabilmente sarebbe lo stesso. Ho preso anche l’appartamento accanto al mio per questa settimana, altrimenti sarebbe alquanto impossibile vivere in tre in tanto angusto spazio. Per lunedì, è previsto un grande evento a Nara. Secondo le immagini che abbiamo avuto modo di osservare, un tempio dovrebbe essere inondato di torce ardenti per un epico spettacolo. La mattina del lunedì visita in università e il pomeriggio trasferimento verso la tanto attesa cerimonia. Le ore pomeridiane trascorrono nei parchi di Nara. Fotografie all’ombra dei ciliegi, alcuni in fiore, fughe dai cerbiatti liberi per la città, imbizzarriti dal profumo dei biscotti nelle mie mani. Mi inseguono, io sembro un pazzo che corre avanti e indietro cercando di sfuggire alle loro grinfie. I cerbiatti sono astuti. Pochi minuti e mi rubano tutto.
Il momento arriva. Due ore di gelante attesa alle pendici del tempio e finalmente fuoco. Ma dove sono tutte queste torce? Sono solo due. Delusione, sempre di più. Scopriamo che le fotografie che raffigurano il tempio infuocato sono ottenute con tecniche fotografiche, l’obiettivo viene lasciato aperto per lungo tempo, potendo così raffigurare una scena completamente irreale. Vabbè, non possiamo farci nulla. Andiamo a cena e torniamo a casa. Martedì Kyoto ci aspetta. Il turismo che facciamo potrebbe insegnare a generazioni e generazioni. Saliamo sulla torre di Kyoto, il punto più alto della città, con una visuale che spazia a 360° su tutta la città. Scegliere i posti da visitare in seguito risulta abbastanza semplice. Andiamo al Kiyomizu Dera. Lorenzo spende un patrimonio votandosi a Buddha per amore e università. Io mi limito all’università. Speriamo che i nostri desideri si avverino. Visitiamo un altro tempio eretto da una vedova in onore del suo defunto marito. Passeggiamo lungo le strade che costituiscono in quartiere delle geishe. Fortuna vuole che ne incontriamo due e facciamo qualche fotografia. Continuiamo a camminare. Io e Marta prendiamo un vino caldo, sembra quasi di essere sulle piste da sci. Una bellissima atmosfera ci circonda. Attraversiamo un piccole fiume riempito di tronchi di bambù e candele al loro interno. Vediamo la parata per un matrimonio, il matrimonio della volpe. Cosa sarà mai? Gente ovunque, il turismo che pulsa nella città più antica del Giappone. Cena italiana e si torna a casa. Mercoledì giornata particolare. Ci attende una cena con tre ragazze giapponesi a Osaka. Il pomeriggio visitiamo uno dei più spettacolari grattacieli di Osaka, l'Umeda Sky Building. Due torri di quasi 50 piani, collegamenti passanti e il collegamento primario a forma di cerchio all’ultimo piano. Stupendo. Prima di cena andiamo a Den Den Town, la città dell’elettronica di Osaka. Lorenzo, con il suo olfatto elettronico sopraffino, non manca di fare azzeccati acquisti. Ma non c’è molto tempo, le donne ci attendono. L’incontro e subito al ristorante. Come mi aspettavo, la situazione è abbastanza divertente. Le ragazze parlano poco inglese e quindi non c’è un grande dialogo, ma ci arrangiamo. Una delle tre è una delle mie donne giapponesi, le altre due sono tutte per Lorenzo. Purtroppo non sono riuscito a trovare un uomo per Marta, ma del resto trovare un bell’uomo giapponese non è particolarmente facile. La cena prosegue, i drink non mancano. Queste ragazze sembrano insaziabili. Finiamo e dobbiamo andare. Lorenzo gira per le strade di Osaka mano per mano con le due ragazze. Sembra quasi un magnaccia. Giovedì ultimo giorno di turismo. Decidiamo per l’Himeji Castle, il più bel castello del Giappone. Molto bello. Diviso in due parti, la più piccola per le donne e la parte più imponente per i samurai. Chissà come si viveva all’epoca. Sicuramente i samurai avranno avuto molto da fare con tutte queste donne, altro che combattere o imparare l’arte della spada. Bellissime giornate, abbiamo visto posti magnifici, posti che non avevo mai avuto opportunità di vedere prima, e sicuramente vederli con due grandi amici ha reso tutto più speciale. La fine della vacanza nipponica per i fratellini è vicina. Marta dice di essersi trovata molto bene e che il Giappone le rimarrà sempre nel cuore. Ci credo, rimarrà anche a me sempre nel cuore. Lorenzo che ha cambiato leggermente il suo punto di vista. Siamo passati da domenica in cui non vedeva l’ora di tornare in Italia a venerdi in cui mi chiede a quando il prossimo viaggio in Giappone insieme, ma la prossima volta per trovare moglie a lui (le giapponesi sono le sue donne). Chissà, magari tra qualche anno mi ritroverò veramente qua di nuovo alla ricerca della moglie perfetta per Lorenzo.







2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dire di questa settimana bellissima trascorsa con un grande amico? Solo un paio di puntualizzazioni:
-Immaginate voi di andare in un ristorante sconosciuto, dove si mangia la carne al barbecue, dove la regola è che i primi piatti di carne li sceglie la casa, poi quando sono finiti, si può scegliere ancora... e l'unica parola di inglese che dice la cameriera (ah, il menu era tutto in giapponese) è "this tongue"... ho detto, se questa è la lingua, chissà cosa sarà il resto... poi invece era carne normale
-capitolo donne giapponesi: sebbene le 2 ragazze giapponesi non fossero proprio il massimo (molto carina era invece l'amichetta di gabry), mi sono comportato da perfetto gentiluomo italiano, tentando di far ridere le ragazze (che non capivano assolutamente nulla), facendo un po' di mimica facciale e provando a imparare qualche parola in giapponese... e così, sarà forse per il Budda che stava già facendo effetto, una delle 2 ragazze appena fuori dal locale mi prende per mano e dice che vuole andare con me in Egitto... quindi al momento dei saluti, oltre ai 2 tipici baci sulla guancia da italiano, prende la mano e me la bacia... a chi sono, il padrino?? :p
Comunque queste donne giapponesi sono proprio interessanti, chissà...

Anonimo ha detto...

GUARDA CHE NN SOLO TU BEBE HAI COLPITO IL CUORE DI UNA DONNA GIAPPONESE????