giovedì, gennaio 25, 2007

Weekend a Busan - Domenica


Viva la pigrizia. Mi sveglio alle undici, faccio una doccia e ordino la colazione in camera. Continental breakfast: tè, pane e marmellata e spremuta di arancia. Mi vesto e torno nuovamente al Gukje market. Ci sono decine di donne che cucinano all’aperto, ristoranti provvisori per la strada, cibo tipico coreano che devo ammettere essere molto buono. Faccio un po’ di shopping, mi fermo a parlare con un commerciante peruviano e torno in hotel a lasciare gli acquisti. Dieci minuti e prendo un taxi. È senza benzina, ne prendo un altro. Direzione Taejongdae, in riva al mare. C’è una bellissima passeggiata da fare. È una giornata limpidissima e c’è tantissima gente in giro. Mi incammino e poco dopo scendo in spiaggia. È incredibile quante siano le navi all’orizzonte, decine e decine tutte enormi. Prendo un traghetto, mi è mancato in questo periodo il mare. Un’ora di tour. C’è un vento molto forte e mi dico: qua una bella bolina sarebbe l’ideale, peccato non sia su una barca a vela. Tornati in spiaggia continuo la passeggiata. C’è una torre di osservazione e poco dopo il faro della città, ritenuto di grande importanza, quasi un monumento nazionale. La zona è molto bella, e anche qua gli occidentali si contano sulla punta delle dita. Oramai ci sto facendo l’abitudine, noi europei siamo un po’ restii a visitare i paesi asiatici, tranne che per il turismo sessuale. Ci vogliono quattro ore per completare la camminata. Ritornato al punto di partenza prendo un taxi per tornare in centro città. Probabilmente non sono molto fortunato con i tassisti. Non ho mai visto una persona guidare così male. Mi faccio lasciare prima del punto previsto, voglio fare due passi. Vado verso il mercato del pesce, inizio ad avere fame, oggi non ho pranzato ed è ora di cena. Mi siedo in ciò che difficilmente può essere chiamato ristorante. Una tenda, qualche panchina e diversi bracieri. Non parlano inglese ma non è un problema, menù unico. Il braciere è acceso, mettono un foglio di alluminio sopra e lo riempiono con “qualcosa”. Credo che difficilmente mi scorderò questa cena. Quel “qualcosa” scopro essere un misto di verdure e pesce. Ma il pesce è ancora vivo. Sembrano dei vermoni. Continuano a muoversi. Che fortuna che non mi lascio facilmente impressionare. Faccio un video, non credo che nessuno mi crederebbe se raccontassi quello che sto vedendo. Non oso toccare nulla. Aspetto indicazioni, animali vivi non ne voglio nel mio stomaco. Dopo un po’ mi dicono che è pronto. In effetti sembra tutto ok. Assaggio ed è molto buono, anche se non ho ancora capito ciò che ho mangiato. Dopo cena bevo un caffè da Starbucks e torno in hotel. Domani mattina alle sette ritorno in Giappone.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Passato il mal di pancia Gabri? certo che mangiare quelle cose... che coraggio! e lo dice uno che ha visto il video...

Quando vengo però solo McDonalds!!;-)

francesca ha detto...

ciao bruttolo
solo a vederle ste cose mi fanno venire il mal di pancia..
connessione gratuita grazie al mitico bar sotto casa... na figata....
dai però ... non è ora di tornare...
si inizia a sentire la mancanza di un rompi balle
ti voglio bene
tata