Definizione di ciabattone dal vocabolario di Marcello: colui che quando viaggia, viaggia pensando di riscoprire sé stesso, in ciabatte, sciarpa colorata, guida Lonely Planet perennemente alla mano e probabilmente lavandosi poco.
Viaggio in Tailandia con Marcello. Se pensate che il mondo è piccolo e oramai senza frontiere, pensate bene. È la verità pura e semplice. Sono in Giappone da quasi sei mesi, Marcello a Singapore da quasi tre. Una telefonata e tutto è organizzato. Incontro il 16 marzo a Phuket. Il mio volo è in ritardo di quasi due ore. Arrivato in aeroporto prendo un taxi e vado in albergo. Marcello mi attende leggendo un libro, the Clash of Civilizations, all’entrata dell’hotel. La prima notizia, senza saperlo siamo in un albergo di gay, non male per iniziare pensiamo. Doccia e subito ci lanciamo spensierati per le vie di Patong. Come era prevedibile la prima cena spendiamo un capitale mangiando quasi nulla. Conosciamo degli italiani. Cosa ci fanno qua? Domanda retorica vi potrei dire, vanno a puttane. L’anno scorso, quando ero stato a Cuba con Marco ero rimasto deluso dalla realtà trovata. Ragazze di qualunque età che si prostituiscono a causa della povertà dilagante nelle città. Cuba a confronto di Phuket sembra il posto più pudico del mondo. La prima serata trascorre tra i locali di Bangla Road. Abbiamo una guida di eccezione, un italiano oramai molto pratico della zona. Credo pesasse il doppio di noi, pancia in bella vista e orgoglioso di farsi almeno due troie al giorno. Ci dice che noi non andiamo molto bene qua, siamo troppo magri. In Tailandia la pancia ha un suo sex appeal, è simbolo di possenza, fertilità. La conclusione, o sei un piccolo Buddha o marci male. Passeggiamo lungo la via. Tutte le ragazze, ma veramente tutte, sono prostitute. Convinte o solo per qualche mese all’anno, ma tutte inevitabilmente a pagamento. Andiamo al Tiger, discoteca di due piani. Quante donne vuoi? Una, due, tre o quattro? Basta pagare e tutti le più proibite fantasie possono essere soddisfatte. Bel mondo direbbe qualcuno, ma in realtà è solo un rifugio per gli escrementi della società che non riuscendo ad avere rapporti normali nel loro paese di provenienza, si rifugia qua, credendosi lo stallone del momento, trovandosi la ragazza della settimana, e trascorrendo una settimana di idilliaca felicità, per poi ri-catapultarsi nelle loro città non vedendo l’ora che il periodo delle vacanze arrivi nuovamente. Ragazzi fidanzati, padri di famiglia, omosessuali, il vario mondo. Rimango disgustato, ma probabilmente me lo aspettavo. Uomini incoscienti, il tasso di AIDS è altissimo, ma senza problemi fanno sesso senza preservativo. Bravi scemi. Non posso dire di nutrire rispetto per loro. La serata è comunque molto divertente e sia io che Marcello siamo soddisfatti. Sabato affittiamo uno scooter e giriamo tra alcune delle più belle spiagge dell’isola. Mi rendo conto di come alcuni tra i più bei posti al mondo siano i posti più poveri, posti in cui l’uomo ha messo le mani ma lasciando comunque qualche angolo di paradiso. Marcello di taglia un piede, ma questo gli ha permesso di mostrarsi a tutti come un non ciabattone, sfoggiando giorno e notte il suo paio di timberland da barca.
Nel tardo pomeriggio continuiamo il nostro giro in moto alla ricerca di un posto dove affittare una barca a vela. Il primo tentativo è vano ma allo stesso tempo conosciamo un personaggio che detiene il record asiatico di traversata su windsurf e si sta ora preparando per un record mondiale su un catamarano. Il secondo tentativo ci porta allo yatch club di Phuket. Il posto viene gestito da signori si 60/70 anni, tutti in pensione sull’isola. Penso che dopotutto, anche a me non dispiacerebbe trasferirmi qua da vecchio. Ceniamo al club e la sera beviamo qualche birra al centro di Patong. Ma non si può fare troppo tardi, domani mattina abbiamo il traghetto per Phi Phi Islands le isole dove hanno girato il film the Beach. La sveglia ci scaraventa fuori dalla camera e dopo aver lasciato il nostro caro albergo per gay prendiamo la barca. Ci addormentiamo sul ponte superiore ma dopo quasi un’ora e mezza l’arrivo. Benvenuti in paradiso. Attracchiamo al pontile, troviamo un albergo e senza perdere tempo affittiamo una long boat per un giro tra le due isole. Credo le parole non bastino a descrivere la bellezza di questi posti. Nonostante siano stati afflitti da poco più di due anni dallo tsunami, conservano ancora un fascino sbalorditivo. Facciamo snorkeling tra le acque cristalline e andiamo nella spiaggia sede del famoso film. Incredibile, avrei voluto anche io fare parte della crew del film. Ci rechiamo in seguito nella monkey beach, spiaggia ove scimmie libere allietano e talvolta attaccano i turisti. Il giro in barca termina ammirando in tramonto. Il programma prevedeva di restare qua per due giorni, ma affascinati decidiamo di restare quattro giorni. La sera giriamo per qualche locale con quattro israeliane ma siamo molto stanchi, è stata una lunga giornata. Lunedì andiamo a nuotare con gli squali, saltiamo da rocce di 13 metri di altezza e per concludere in bellezza ci troviamo immersi un un temporale. La marea aveva ridotto il livello del mare di vari metri, anche le guide sembravano sorprese. Marcello mi dice che questi erano gli stessi indizi notati poco prima delle tsunami. Ma siamo ancora qua. La sera giriamo diversi locali, c’è un bellissimo spettacolo del fuoco in un locale in riva al mare. Andiamo a ballare in seguito al Carlitos e verso le tre tutti al reggae bar. Phi Phi Island sembra una colonia di svedesi, e memori delle loro origini vichinghe, amici si cimentano nella Thai Box senza esclusione di colpi. Martedì cambiamo albergo, andiamo in un bungalow a Rantee Beach. Sembra di essere su un'altra isola. Il posto è calmissimo, la lancetta dell’orologio sembra affaticarsi a segnare le ore e i minuti. Vorrebbe prendere il sole anche lei. Note reggae saltellano tra i granelli si sabbia, conferendo all’ambiente un atmosfera magica. Oggi è giornata da spiaggia, dobbiamo abbronzarci. La sera ceniamo in un ristorante a pochi metri dalla nostra camera con due ragazze estoni. Finalmente due ragazze che sono qua in vacanza come noi per qualche giorno, e non come tutti i ciabattoni dell’isola qua per tre mesi. Mercoledì ritorno a Phuket, shopping dell’ultima ora e Marcello riparte per Singapore. Io rimango sull’isola fino a sabato, ma questa è un’altra storia.