martedì, marzo 27, 2007

Sei un ciabattone?

L’ispirazione è passeggera, pochi istanti della giornata in cui riusciamo ad esprimerci completamente, senza ripensamenti, momenti che rivelano ciò che proviamo e pensiamo.


Definizione di ciabattone dal vocabolario di Marcello: colui che quando viaggia, viaggia pensando di riscoprire sé stesso, in ciabatte, sciarpa colorata, guida Lonely Planet perennemente alla mano e probabilmente lavandosi poco.

Viaggio in Tailandia con Marcello. Se pensate che il mondo è piccolo e oramai senza frontiere, pensate bene. È la verità pura e semplice. Sono in Giappone da quasi sei mesi, Marcello a Singapore da quasi tre. Una telefonata e tutto è organizzato. Incontro il 16 marzo a Phuket. Il mio volo è in ritardo di quasi due ore. Arrivato in aeroporto prendo un taxi e vado in albergo. Marcello mi attende leggendo un libro, the Clash of Civilizations, all’entrata dell’hotel. La prima notizia, senza saperlo siamo in un albergo di gay, non male per iniziare pensiamo. Doccia e subito ci lanciamo spensierati per le vie di Patong. Come era prevedibile la prima cena spendiamo un capitale mangiando quasi nulla. Conosciamo degli italiani. Cosa ci fanno qua? Domanda retorica vi potrei dire, vanno a puttane. L’anno scorso, quando ero stato a Cuba con Marco ero rimasto deluso dalla realtà trovata. Ragazze di qualunque età che si prostituiscono a causa della povertà dilagante nelle città. Cuba a confronto di Phuket sembra il posto più pudico del mondo. La prima serata trascorre tra i locali di Bangla Road. Abbiamo una guida di eccezione, un italiano oramai molto pratico della zona. Credo pesasse il doppio di noi, pancia in bella vista e orgoglioso di farsi almeno due troie al giorno. Ci dice che noi non andiamo molto bene qua, siamo troppo magri. In Tailandia la pancia ha un suo sex appeal, è simbolo di possenza, fertilità. La conclusione, o sei un piccolo Buddha o marci male. Passeggiamo lungo la via. Tutte le ragazze, ma veramente tutte, sono prostitute. Convinte o solo per qualche mese all’anno, ma tutte inevitabilmente a pagamento. Andiamo al Tiger, discoteca di due piani. Quante donne vuoi? Una, due, tre o quattro? Basta pagare e tutti le più proibite fantasie possono essere soddisfatte. Bel mondo direbbe qualcuno, ma in realtà è solo un rifugio per gli escrementi della società che non riuscendo ad avere rapporti normali nel loro paese di provenienza, si rifugia qua, credendosi lo stallone del momento, trovandosi la ragazza della settimana, e trascorrendo una settimana di idilliaca felicità, per poi ri-catapultarsi nelle loro città non vedendo l’ora che il periodo delle vacanze arrivi nuovamente. Ragazzi fidanzati, padri di famiglia, omosessuali, il vario mondo. Rimango disgustato, ma probabilmente me lo aspettavo. Uomini incoscienti, il tasso di AIDS è altissimo, ma senza problemi fanno sesso senza preservativo. Bravi scemi. Non posso dire di nutrire rispetto per loro. La serata è comunque molto divertente e sia io che Marcello siamo soddisfatti. Sabato affittiamo uno scooter e giriamo tra alcune delle più belle spiagge dell’isola. Mi rendo conto di come alcuni tra i più bei posti al mondo siano i posti più poveri, posti in cui l’uomo ha messo le mani ma lasciando comunque qualche angolo di paradiso. Marcello di taglia un piede, ma questo gli ha permesso di mostrarsi a tutti come un non ciabattone, sfoggiando giorno e notte il suo paio di timberland da barca.




Nel tardo pomeriggio continuiamo il nostro giro in moto alla ricerca di un posto dove affittare una barca a vela. Il primo tentativo è vano ma allo stesso tempo conosciamo un personaggio che detiene il record asiatico di traversata su windsurf e si sta ora preparando per un record mondiale su un catamarano. Il secondo tentativo ci porta allo yatch club di Phuket. Il posto viene gestito da signori si 60/70 anni, tutti in pensione sull’isola. Penso che dopotutto, anche a me non dispiacerebbe trasferirmi qua da vecchio. Ceniamo al club e la sera beviamo qualche birra al centro di Patong. Ma non si può fare troppo tardi, domani mattina abbiamo il traghetto per Phi Phi Islands le isole dove hanno girato il film the Beach. La sveglia ci scaraventa fuori dalla camera e dopo aver lasciato il nostro caro albergo per gay prendiamo la barca. Ci addormentiamo sul ponte superiore ma dopo quasi un’ora e mezza l’arrivo. Benvenuti in paradiso. Attracchiamo al pontile, troviamo un albergo e senza perdere tempo affittiamo una long boat per un giro tra le due isole. Credo le parole non bastino a descrivere la bellezza di questi posti. Nonostante siano stati afflitti da poco più di due anni dallo tsunami, conservano ancora un fascino sbalorditivo. Facciamo snorkeling tra le acque cristalline e andiamo nella spiaggia sede del famoso film. Incredibile, avrei voluto anche io fare parte della crew del film. Ci rechiamo in seguito nella monkey beach, spiaggia ove scimmie libere allietano e talvolta attaccano i turisti. Il giro in barca termina ammirando in tramonto. Il programma prevedeva di restare qua per due giorni, ma affascinati decidiamo di restare quattro giorni. La sera giriamo per qualche locale con quattro israeliane ma siamo molto stanchi, è stata una lunga giornata. Lunedì andiamo a nuotare con gli squali, saltiamo da rocce di 13 metri di altezza e per concludere in bellezza ci troviamo immersi un un temporale. La marea aveva ridotto il livello del mare di vari metri, anche le guide sembravano sorprese. Marcello mi dice che questi erano gli stessi indizi notati poco prima delle tsunami. Ma siamo ancora qua. La sera giriamo diversi locali, c’è un bellissimo spettacolo del fuoco in un locale in riva al mare. Andiamo a ballare in seguito al Carlitos e verso le tre tutti al reggae bar. Phi Phi Island sembra una colonia di svedesi, e memori delle loro origini vichinghe, amici si cimentano nella Thai Box senza esclusione di colpi. Martedì cambiamo albergo, andiamo in un bungalow a Rantee Beach. Sembra di essere su un'altra isola. Il posto è calmissimo, la lancetta dell’orologio sembra affaticarsi a segnare le ore e i minuti. Vorrebbe prendere il sole anche lei. Note reggae saltellano tra i granelli si sabbia, conferendo all’ambiente un atmosfera magica. Oggi è giornata da spiaggia, dobbiamo abbronzarci. La sera ceniamo in un ristorante a pochi metri dalla nostra camera con due ragazze estoni. Finalmente due ragazze che sono qua in vacanza come noi per qualche giorno, e non come tutti i ciabattoni dell’isola qua per tre mesi. Mercoledì ritorno a Phuket, shopping dell’ultima ora e Marcello riparte per Singapore. Io rimango sull’isola fino a sabato, ma questa è un’altra storia.


Settimana con i fratelli Benussi



Scusate la mia assenza sul blog ma, mi sono per così dire, preso una vacanza. In data 10 marzo, misero piede in suolo nipponico i fratelli Benussi. Dopo un weekend a Tokyo il fatidico incontro alla stazione di Kyoto. Erano oramai sei mesi che non ci vedevamo, ma dopo i primi minuti, sei mesi sono sembrati pochi giorni. Andiamo subito a cena e la disperazione di Lorenzo è palpabile. Siamo in un ristorante tipico giapponese, cena yakiniku, sostanzialmente barbeque. Secondo Lorenzo l’ho portato a mangiare interiora di mucca o altri animali, quindi non riesce ad apprezzare molto. Le reazioni di fratello e sorella sono alquanto diverse. Marta, desiderosa di apprendere nuove culture, vivere nuove realtà, integrarsi in società che capovolgono completamente il suo modo di vivere. Lorenzo, italiano al 101%, non ha voglia di impazzire in questo nuovo mondo nel quale si ritrova immerso per qualche giorno. Lui, l’unica persona che io conosca, che sarebbe capace di andare a vivere in Antartide, stabilire una connessione internet, portarsi con se cibo italiano e andare avanti mesi senza troppi problemi. L’italia è l’italia, e lui ci tiene a sottolinearlo ogni giorno. Due fratelli, ma con spiriti molto diversi. Dopo cena ci rechiamo a casa mia. I primi commenti: se sei stato capace di vivere qua per sei mesi, potresti andare qualche mese sull’ISS. In effetti, lo spazio probabilmente sarebbe lo stesso. Ho preso anche l’appartamento accanto al mio per questa settimana, altrimenti sarebbe alquanto impossibile vivere in tre in tanto angusto spazio. Per lunedì, è previsto un grande evento a Nara. Secondo le immagini che abbiamo avuto modo di osservare, un tempio dovrebbe essere inondato di torce ardenti per un epico spettacolo. La mattina del lunedì visita in università e il pomeriggio trasferimento verso la tanto attesa cerimonia. Le ore pomeridiane trascorrono nei parchi di Nara. Fotografie all’ombra dei ciliegi, alcuni in fiore, fughe dai cerbiatti liberi per la città, imbizzarriti dal profumo dei biscotti nelle mie mani. Mi inseguono, io sembro un pazzo che corre avanti e indietro cercando di sfuggire alle loro grinfie. I cerbiatti sono astuti. Pochi minuti e mi rubano tutto.
Il momento arriva. Due ore di gelante attesa alle pendici del tempio e finalmente fuoco. Ma dove sono tutte queste torce? Sono solo due. Delusione, sempre di più. Scopriamo che le fotografie che raffigurano il tempio infuocato sono ottenute con tecniche fotografiche, l’obiettivo viene lasciato aperto per lungo tempo, potendo così raffigurare una scena completamente irreale. Vabbè, non possiamo farci nulla. Andiamo a cena e torniamo a casa. Martedì Kyoto ci aspetta. Il turismo che facciamo potrebbe insegnare a generazioni e generazioni. Saliamo sulla torre di Kyoto, il punto più alto della città, con una visuale che spazia a 360° su tutta la città. Scegliere i posti da visitare in seguito risulta abbastanza semplice. Andiamo al Kiyomizu Dera. Lorenzo spende un patrimonio votandosi a Buddha per amore e università. Io mi limito all’università. Speriamo che i nostri desideri si avverino. Visitiamo un altro tempio eretto da una vedova in onore del suo defunto marito. Passeggiamo lungo le strade che costituiscono in quartiere delle geishe. Fortuna vuole che ne incontriamo due e facciamo qualche fotografia. Continuiamo a camminare. Io e Marta prendiamo un vino caldo, sembra quasi di essere sulle piste da sci. Una bellissima atmosfera ci circonda. Attraversiamo un piccole fiume riempito di tronchi di bambù e candele al loro interno. Vediamo la parata per un matrimonio, il matrimonio della volpe. Cosa sarà mai? Gente ovunque, il turismo che pulsa nella città più antica del Giappone. Cena italiana e si torna a casa. Mercoledì giornata particolare. Ci attende una cena con tre ragazze giapponesi a Osaka. Il pomeriggio visitiamo uno dei più spettacolari grattacieli di Osaka, l'Umeda Sky Building. Due torri di quasi 50 piani, collegamenti passanti e il collegamento primario a forma di cerchio all’ultimo piano. Stupendo. Prima di cena andiamo a Den Den Town, la città dell’elettronica di Osaka. Lorenzo, con il suo olfatto elettronico sopraffino, non manca di fare azzeccati acquisti. Ma non c’è molto tempo, le donne ci attendono. L’incontro e subito al ristorante. Come mi aspettavo, la situazione è abbastanza divertente. Le ragazze parlano poco inglese e quindi non c’è un grande dialogo, ma ci arrangiamo. Una delle tre è una delle mie donne giapponesi, le altre due sono tutte per Lorenzo. Purtroppo non sono riuscito a trovare un uomo per Marta, ma del resto trovare un bell’uomo giapponese non è particolarmente facile. La cena prosegue, i drink non mancano. Queste ragazze sembrano insaziabili. Finiamo e dobbiamo andare. Lorenzo gira per le strade di Osaka mano per mano con le due ragazze. Sembra quasi un magnaccia. Giovedì ultimo giorno di turismo. Decidiamo per l’Himeji Castle, il più bel castello del Giappone. Molto bello. Diviso in due parti, la più piccola per le donne e la parte più imponente per i samurai. Chissà come si viveva all’epoca. Sicuramente i samurai avranno avuto molto da fare con tutte queste donne, altro che combattere o imparare l’arte della spada. Bellissime giornate, abbiamo visto posti magnifici, posti che non avevo mai avuto opportunità di vedere prima, e sicuramente vederli con due grandi amici ha reso tutto più speciale. La fine della vacanza nipponica per i fratellini è vicina. Marta dice di essersi trovata molto bene e che il Giappone le rimarrà sempre nel cuore. Ci credo, rimarrà anche a me sempre nel cuore. Lorenzo che ha cambiato leggermente il suo punto di vista. Siamo passati da domenica in cui non vedeva l’ora di tornare in Italia a venerdi in cui mi chiede a quando il prossimo viaggio in Giappone insieme, ma la prossima volta per trovare moglie a lui (le giapponesi sono le sue donne). Chissà, magari tra qualche anno mi ritroverò veramente qua di nuovo alla ricerca della moglie perfetta per Lorenzo.







giovedì, marzo 15, 2007

Award

Scusate se è poco...Ma oltre ad aver presentato a due conferenze, ho vinto anche il premio come migliore presentazione alla conferenza di Kyoto...Premio conferito dalla società dei materiali compositi del Giappone...Ho spaccato...

domenica, marzo 11, 2007

Dr. Rampinelli


Sette giorni, due conferenze...una a Tokyo e l'altra a Kyoto...
Nella seconda, la più importante, al momento della mia presentazione...
lo chiamarono Dr. Rampinelli...

lunedì, marzo 05, 2007

Online Dating

Questo weekend sono stato Tokyo per una conferenza. Sabato mattina, dopo aver lasciato l’hotel, faccio due passi in zona Ikebukuro e mi fermo in edicola alla ricerca di un quotidiano in lingua inglese. Ne trovo solo uno che si chiama Mainichi Weekly. Lo compro e inizio a sfogliarlo per vedere se c’è qualche notizia interessante. Il giornale è pessimo ma all’ultima pagina c’è una chicca, un articolo dedicato alle donne con tutte le regole dell’online dating. Quello che segue è una semplice traduzione.

"Se stai avendo problemi nell’incontrare uomini e stai pensando di puntare le tue energie ricercando qualche appuntamento online ma sei timorosa di ciò, sappiamo come ti senti e vogliamo aiutarti!
Noi capiamo che molte donne reputino gli appuntamenti online pericolosi e che gli uomini dall’altra parte del cavo potrebbero essere sposati o fingere di essere ciò che non sono. Capiamo anche che molte persone ritengono che l’unico modo per avere una vera attrazione è solo incontrandosi di persona. Queste sono idee oramai sorpassate. Oggigiorno, incontrarsi in Internet è molto comune e normale…i tuoi colleghi di lavoro e i tuoi vicini sono probabilmente online! Siti dedicati agli appuntamenti, come Match.com, hanno avuto un enorme successo e le descrizioni e fotografie online offrono le informazioni necessarie delle persone. Se seguirai le regole per l’online dating, eviterai gli errori comuni, non perderai tempo e incontrerai solo uomini che ti interessano veramente. Siamo lieti di riportare che molti dei nostri clienti da tutto il mondo hanno trovato il vero amore online e si sono sposati seguendo queste semplici regole, e quindi anche tu potrai trovare l’uomo per te.


Regole - Prime

Metti la tua foto e descrizione online e lascia che siano gli uomini a scriverti per primi così che puoi essere sicura di piacergli. Mettere la tua descrizione senza la foto non ha senso, sarebbe come andare ad una festa con un sacco sulla tua testa. Sii sicura di pubblicare un primo piano di te sorridente e una foto di te completa. Scrivi la tua descrizione in modo semplice e solare, mettendo un nome che attiri attenzione tipo AsianBeauty39. La tua descrizione dovrebbe includere dettagli quali il tuo lavoro, il film, i libri, il piatti preferiti, viaggi, hobby, etc…Non scrivere nulla relativamente alle tue storie amorose passate o di ciò che vuoi. Questo impaurirebbe gli uomini! Non rispondere alle descrizioni degli uomini – questo è come fare il primo passo.
Aspetta 24 ore prima di rispondere alla mail di un uomo – in questo modo sembrerai impegnata, non disperata.
Non rispondere alle mail durante i weekend. Sei impegnata!
Se un uomo non ti chiede il tuo numero di telefono entro la quarta mail, smettila di scrivergli. È un perdi tempo! Inoltre! Tu vuoi un appuntamento, non una persona a cui scrivere lettere! (Qua mi permetto un commento: se non gli chiede il numero entro la quarta mail, è anche un pò frocio).

Regole - Seconde

Punta in primo luogo alla sicurezza. Non dire ad un uomo dove vivi o lavori. Fatti dare il suo indirizzo e il numero dell’ufficio in modo da poterlo chiamare quando non c’è e verificare la sua identità.
Incontralo per un aperitivo di un’ora o per un caffé in un posto pubblico vicino a te e salutalo dalla tua macchina, non dalla sua. Mantieni la tua foto e descrizione sul sito fintanto che sei ancora disponibile e continua a incontrare uomini di persona in altre situazioni, dato che spesso gli uomini online fanno “poof” (spariscono).
Anche quando stai uscendo con lui, lascia che sia l’uomo a mandarti le mail per primo e sii sicura che le tue risposte siano brevi e coincise. Ricorda, sei occupata. Puoi parlare di più durante gli appuntamenti. "


This is it!!! L’articolo finisce qua. Se qualcuno dopo aver letto quest’articolo pensasse di provare a trovare l’uomo o la donna online, permettetemi un consiglio. Uscite di casa e smettetela di stare in internet. Il mondo è pieno di donne e uomini single, lasciamo aspettare l’etere ancora qualche decennio…