martedì, febbraio 27, 2007

Sé Sé, Alà Alà


Credo che dopo questo possa aspettarmi di tutto. Sabato sera come da buona abitudine, sono andato a Osaka per una lunga nottata. La serata è iniziata al Pigs and Whistle, oramai consueto luogo di incontro per la maggior parte degli occidentali residenti o in visita a Osaka.
Visi noti ma molti nuovi questa sera. Il locale è pienissimo. Appena entrato vedo due amici, e mi dirigo verso il loro tavolo. Poso la giacca e vado al bar per il primo cocktail, Cuba Libre. Ritorno al tavolo e iniziamo a chiacchierare. Più tardi, mi alzo per prendere un secondo cocktail e una donna, credo abbia sessent’anni, mi ferma. Parla uno stentato inglese, ma la frase suona abbastanza chiara: hai la ragazza? Tra me e me mi chiedo: che cazzo ci fa una sessant’enne in un locale a mezzanotte, e in più ci sta provando con me. Normalmente alla fatidica domanda rispondo di no, ma in questo caso ho optato per una risposta affermativa. Candidamente le dico di essere fidanzato, anche se sto mentendo. Poverina, ci rimane male e per il resto della serata mi continua a fare facce strane, sembra che cerchi di farmi sentire in colpa. Non credo sia difficile capire che io preferisca le ventenni a una sessant’enne con la pelle di un bulldog e il viso da pesce palla. Ma qua le sorprese non finiscono mai. Fortunatamente la sua amica (probabilmente di 70 anni) ha voluto intrattenere con me solo una normale conversazione senza alcun altro fine.

lunedì, febbraio 19, 2007

Mormoni

Caso vuole che sabato sera, a cena a casa di un amico cinese, fossero invitati due mormoni. Due ragazzi sui vent’anni, entrambi provenienti dagli Stati Uniti, uno da Las Vegas, l’altro dall’Oregon. Facilmente riconoscibili per via di una targhetta in plastica posta sulla giaccia. Avevo già visto dei loro compagni per le strade di Milano e, persino a Ottobre appena arrivato in Giappone, vicino a casa mia. Incuriosito chiedo se posso porgli delle domande. Il loro consenso si è trasformato in una sorta di chiacchierata intervista della durata di tre ore, durante la quale non hanno avuto alcun problema a rispondere ai miei quesiti. Questo è quello che ho potuto apprendere:
Quando una persona sceglie di entrare a far parte di questa chiesa, deve compiere una sorta di missione per due anni. La missione consiste nell’andare in giro per il mondo e predicare il loro credo, fiduciosi che i loro insegnamenti possano rendere la vita della gente migliore. Questi ragazzi stanno ora adempiendo questo compito. Durante questo periodo vi sono però una serie di rigide regole da rispettare. Coprifuoco alle 21.30, impossibilità di frequentare alcuna donna, avere alcun rapporto sessuale, divieto di masturbarsi. Vietato l’utilizzo di alcolici, nicotina. Obbligo di restare sempre con il proprio compagno, svegliarsi e andare a dormire con lui. Dormire nella stessa camera ma in letti diversi. Divieto di leggere libri (tranne la loro bibbia), divieto di guardare film, ascoltare musica se non autorizzata dalla loro chiesa. Niente vacanze durante il periodo della missione. Vietato l’utilizzo di videogiochi, computer se non una volta a settimana per scrivere ai genitori. Chiamate concesse alla famiglia, due all’anno. Una a Natale e l’altra la festa della mamma. Tutti i trasporti avvengono per mezzo di bicicletta, tranne in casi in cui ciò sia impossibile. Tutte queste regole sono state concepite per aiutare questi ragazzi a focalizzare al massimo sulla loro missione. Una volta terminata la missione ritorneranno a casa e proseguiranno la loro vita normalmente. Ogni anno, o perlomeno, i primi anni, daranno il 10% dei loro guadagni alla chiesa.
Diciamo che questo è più che sufficiente. Del resto Shakespeare nell’Amleto scriveva: “E’ una bella prigione, il mondo”. Come è possibile che ragazzi di vent’anni, nel pieno della loro gioventù si chiudano in una sorta di mondo a parte, un mondo nel quale tutti i piaceri della vita vengono negati. Mi sovviene ora Oscar Wild: “Resisto a tutto tranne alle tentazioni”. Che senso ha non poter guardare film o ascoltare musica? Potrebbero solo che essere un modo per discutere di cosa nel mondo è diverso da quello che loro vorrebbero, come le altre persone vivono la loro vita, esprimono i loro sentimenti. Un modo per rafforzare il loro credo. Come è possibile che queste persone vogliano cambiare la nostra realtà, convinte di poter dare un vero contributo, se non vivono nella nostra realtà. Credo che altri commenti li lascerò a voi.

domenica, febbraio 11, 2007

Quanto è piccolo il mondo!!!


"E si concluse così la supremazia dell'unico occidentale in università, rappresentato dal sottoscritto".
Oggi, 11 febbraio 2007, mise piede in questa ridente cittadina un'altro esponente europeo.
E' una ragazza olandese, che coincidenza vuole, conoscessi già perchè frequentava la Delft University. Siamo in più di sei miliardi di persone al mondo, e anche dall'altro capo del globo mi capita di incontrare qualcuno conosciuto in passato.......Che storia!!!

Buona Domenica a tutti
Un bacione

domenica, febbraio 04, 2007

Setsubun

Secondo il calendario lunare giapponese il 3 febbraio sancisce la fine dell'inverno. In questo speciale giorno si svolgono diverse cerimonie per scacciare il demonio dalle proprie case e renderle posti pieni di felicità. Questo giorno si chiama Setsubun e le cerimonie pubbliche sono tra le più drammatiche che si possano vedere in tutto l'anno.

venerdì, febbraio 02, 2007

The “wave speech”

“Strange memories on this nervous night in Las Vegas. Five years later? Six? It seems like a lifetime, or at least a Main Era–the kind of peak that never comes again. San Francisco in the middle sixties was a very special time and place to be a part of. Maybe it meant something. Maybe not, in the long run . . . but no explanation, no mix of words or music or memories can touch that sense of knowing that you were there and alive in that corner of time and the world. Whatever it meant. . . .

History is hard to know, because of all the hired bullshit, but even without being sure of "history" it seems entirely reasonable to think that every now and then the energy of a whole generation comes to a head in a long fine flash, for reasons that nobody really understands at the time — and which never explain, in retrospect, what actually happened.

My central memory of that time seems to hang on one or five or maybe forty nights — or very early mornings — when I left the Fillmore half-crazy and, instead of going home, aimed the big 650 Lightning across the Bay Bridge at a hundred miles an hour wearing L. L. Bean shorts and a Butte sheepherder's jacket . . . booming through the Treasure Island tunnel at the lights of Oakland and Berkeley and Richmond, not quite sure which turn-off to take when I got to the other end (always stalling at the toll-gate, too twisted to find neutral while I fumbled for change) . . . but being absolutely certain that no matter which way I went I would come to a place where people were just as high and wild as I was: No doubt at all about that. . . .

There was madness in any direction, at any hour. If not across the Bay, then up the Golden Gate or down 101 to Los Altos or La Honda. . . . You could strike sparks anywhere. There was a fantastic universal sense that whatever we were doing was right, that we were winning. . . .

And that, I think, was the handle — that sense of inevitable victory over the forces of Old and Evil. Not in any mean or military sense; we didn’t need that. Our energy would simply prevail. There was no point in fighting — on our side or theirs. We had all the momentum; we were riding the crest of a high and beautiful wave. . . .

So now, less than five years later, you can go up on a steep hill in Las Vegas and look West, and with the right kind of eyes you can almost see the high-water mark — that place where the wave finally broke and rolled back.”

Hunther S.Thompson